Abstract
In questo articolo presentiamo i risultati di una ricerca preliminare tesa a controllare due ipotesi: la prima è che i pazienti ossessivi scelgono le espressioni di rabbia e disgusto come quelle capaci di metterli maggiormente a disagio, più spesso di quanto accade a pazienti con altri disturbi d’ansia. La seconda ipotesi è che i pazienti ossessivi, più spesso degli altri pazienti ansiosi, immaginano che, se si realizzassero i loro timori, allora si troverebbero di fronte ad una espressione di rabbia o disgusto.
Hanno partecipato allo studio 16 pazienti ossessivi e 22 pazienti ansiosi ma non ossessivi. Ai soggetti sono state presentate due serie di foto tratte dalla raccolta di Ekman. (1976): una serie includeva le foto di un volto femminile, sempre lo stesso, che esprimeva rabbia, paura, tristezza, disgusto, gioia, sorpresa e neutralità emotiva. L’altra serie era di un volto maschile che esprimeva le stesse emozioni. Ai soggetti veniva suggerito di immaginare che le espressioni fossero rivolte a loro, vale a dire di essere l’oggetto della espressione facciale. Per ciascuna serie si chiedeva ai soggetti di indicare le due foto che li mettevano maggiormente a disagio. Ai soggetti veniva suggerito, successivamente, di immaginare la realizzazione dei timori alla base della loro sintomatologia e poi gli si chiedeva se, nello scenario immaginato, sarebbero stati oggetto di una delle espressioni rappresentate nelle foto. I risultati sono compatibili con le ipotesi formulate.
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@article{Perdighe2006, title = {Il disagio dei pazienti ossessivi di fronte ad espressioni facciali di rabbia e disgusto: risultati di una indagine preliminare}, author = {Claudia Perdighe and Francesco Mancini and Francesca Micaela Serrani and Amelia Gangemi }, editor = {Associazione di Psicoterapia Cognitiva Roma}, url = {http://win.apc.it/public/pdf/Sensibilit%C3%A0Facce.pdf}, year = {2006}, date = {2006-07-06}, journal = {Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale}, volume = {12}, number = { 2}, pages = {197-201}, abstract = {In questo articolo presentiamo i risultati di una ricerca preliminare tesa a controllare due ipotesi: la prima è che i pazienti ossessivi scelgono le espressioni di rabbia e disgusto come quelle capaci di metterli maggiormente a disagio, più spesso di quanto accade a pazienti con altri disturbi d’ansia. La seconda ipotesi è che i pazienti ossessivi, più spesso degli altri pazienti ansiosi, immaginano che, se si realizzassero i loro timori, allora si troverebbero di fronte ad una espressione di rabbia o disgusto. Hanno partecipato allo studio 16 pazienti ossessivi e 22 pazienti ansiosi ma non ossessivi. Ai soggetti sono state presentate due serie di foto tratte dalla raccolta di Ekman. (1976): una serie includeva le foto di un volto femminile, sempre lo stesso, che esprimeva rabbia, paura, tristezza, disgusto, gioia, sorpresa e neutralità emotiva. L’altra serie era di un volto maschile che esprimeva le stesse emozioni. Ai soggetti veniva suggerito di immaginare che le espressioni fossero rivolte a loro, vale a dire di essere l’oggetto della espressione facciale. Per ciascuna serie si chiedeva ai soggetti di indicare le due foto che li mettevano maggiormente a disagio. Ai soggetti veniva suggerito, successivamente, di immaginare la realizzazione dei timori alla base della loro sintomatologia e poi gli si chiedeva se, nello scenario immaginato, sarebbero stati oggetto di una delle espressioni rappresentate nelle foto. I risultati sono compatibili con le ipotesi formulate.}, keywords = {disgusto, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Espressioni facciali delle emozioni, Rabbia}, pubstate = {published}, tppubtype = {article} }