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1.
Brasini, Maurizio; Giacomantonio, Mauro; Mancini, Francesco
In: Rivista Italiana di Studi sull'Umorismo, vol. 5, no 2, pp. 113-124, 2022, ISSN: 2611-0970.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: gioco, mentalità sociali, muso, ostracismo, silent treatment, sistemi motivazionali
@article{Brasini2022,
title = {“Col muso non si scherza... oppure sì? Un’attitudine giocosa riduce l’impatto negativo del silent treatment come forma di ostracismo interpersonale”},
author = {Maurizio Brasini and Mauro Giacomantonio and Francesco Mancini},
editor = {Rivista Italiana di Studi sull'Umorismo},
url = {https://apc.it/2022-mancini-col-muso-non-si-scherza/},
issn = {2611-0970},
year = {2022},
date = {2022-06-18},
journal = {Rivista Italiana di Studi sull'Umorismo},
volume = {5},
number = {2},
pages = {113-124},
abstract = {La letteratura sull’ostracismo sociale costituisce ad oggi il principale punto di riferimento concettuale per comprendere il fenomeno del “muso”. Sebbene le esperienze interpersonali caratterizzate dal muso siano estremamente comuni ed appaia evidente la sofferenza che questo comporta, tuttavia la ricerca specifica sull’argomento è poco sviluppata; in particolare, non esistono indicazioni univoche su quali fattori possano mitigarne l’impatto negativo. Nel presente studio, sono stati confrontati gli effetti provocati dalla rievocazione di due episodi, uno di dolore fisico e uno di muso; la Social Mentalities Scale è stata utilizzata per valutare l’effetto di mediazione di alcune disposizioni interpersonali a base evoluzionistica sull’impatto delle due esperienze sfavorevoli. I risultati mostrano che unicamente il gioco, e non l’attaccamento o il senso di appartenenza, consente di mitigare l’effetto negativo del muso.},
keywords = {gioco, mentalità sociali, muso, ostracismo, silent treatment, sistemi motivazionali},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
La letteratura sull’ostracismo sociale costituisce ad oggi il principale punto di riferimento concettuale per comprendere il fenomeno del “muso”. Sebbene le esperienze interpersonali caratterizzate dal muso siano estremamente comuni ed appaia evidente la sofferenza che questo comporta, tuttavia la ricerca specifica sull’argomento è poco sviluppata; in particolare, non esistono indicazioni univoche su quali fattori possano mitigarne l’impatto negativo. Nel presente studio, sono stati confrontati gli effetti provocati dalla rievocazione di due episodi, uno di dolore fisico e uno di muso; la Social Mentalities Scale è stata utilizzata per valutare l’effetto di mediazione di alcune disposizioni interpersonali a base evoluzionistica sull’impatto delle due esperienze sfavorevoli. I risultati mostrano che unicamente il gioco, e non l’attaccamento o il senso di appartenenza, consente di mitigare l’effetto negativo del muso.
2.
Brasini, Maurizio
La preclusione al gioco e le motivazioni dell'azzardo. Commento al caso clinico di Giulio Journal Article
In: Psicobiettivo, vol. XXXVII, no 3, pp. 157-162, 2017.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: bias cognitivi, controllo esecutivo, dipendenze patologiche, gioco d’azzardo, Giovanni Liotti, Jaak Panksepp, reward system, sistemi emotivi, sistemi motivazionali
@article{Brasini2017,
title = {La preclusione al gioco e le motivazioni dell'azzardo. Commento al caso clinico di Giulio},
author = {Maurizio Brasini},
editor = {Franco Angeli Editore},
url = {https://apc.it/brasini2017giocopatologico/},
doi = {DOI: 10.3280/PSOB2017-003009},
year = {2017},
date = {2017-01-01},
journal = {Psicobiettivo},
volume = {XXXVII},
number = {3},
pages = {157-162},
abstract = {l’ipotesi che guida la discussione di questo caso è che il gioco patologico, considerato come sintomo, suggerisca la paradossale impossibilità di accedere ad una dimensione interpersonale giocosa. Tale ipotesi viene sostenuta alla luce delle teorie “gemelle” dei sistemi emozionali di J. Panksepp e dei sistemi motivazionali di G. Liotti, nel tentativo di integrare le conoscenze relative alle cosiddette neuroscienze sociali ed affettive con la pratica clinica},
keywords = {bias cognitivi, controllo esecutivo, dipendenze patologiche, gioco d’azzardo, Giovanni Liotti, Jaak Panksepp, reward system, sistemi emotivi, sistemi motivazionali},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
l’ipotesi che guida la discussione di questo caso è che il gioco patologico, considerato come sintomo, suggerisca la paradossale impossibilità di accedere ad una dimensione interpersonale giocosa. Tale ipotesi viene sostenuta alla luce delle teorie “gemelle” dei sistemi emozionali di J. Panksepp e dei sistemi motivazionali di G. Liotti, nel tentativo di integrare le conoscenze relative alle cosiddette neuroscienze sociali ed affettive con la pratica clinica