Abstract
Il modo in cui si ragiona svolge un ruolo cruciale nella genesi e nel mantenimento della psicopatologia. Diversi dati suggeriscono, però, che il ragionamento nei casi patologici non segua regole diverse da quelle che segue in chiunque. Alcuni risultati sperimentali dimostrano, anzi, che i pazienti ragionano in modo formalmente più corretto dei soggetti senza disturbi psicopatologici, ma solo nei loro domini sintomatici.
Ciò sembra dipendere dal fatto che, con il tempo, i pazienti diventano esperti nel dominio critico e di conseguenza più abili nel costruire modelli mentali della situazione problematica. Il ragionamento nei casi patologici, come nei normali, è al servizio degli scopi dell'individuo e tende ad essere orientato in modo da ridurre il rischio di errori gravi. In accordo con la Hyper Emotion Theory (Johnson-Laird, Mancini e Gangemi, 2006), le valutazioni cognitive attivano delle emozioni e queste sono responsabili dell'orientamento assunto dai processi di pensiero.
La tipologia del ragionamento dipende dal tipo di emozione e dalla sua intensità. In questo articolo esaminiamo in dettaglio due strategie di ragionamento che si riscontrano nella psicopatologia: il ragionamento cosiddetto better safe than sorry che è regolato da emozioni di ansia e paura conseguenti alla anticipazione di una minaccia, e il ragionamento ossessivo che è regolato dal timore di essere colpevoli, vale a dire di non essere alla altezza delle proprie responsabilità.
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- https://apc.it/wp-content/uploads/2012/10/2007%20articolo%20bersaglio_il%20ruolo[...]
- doi:10.1421/25829
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@article{10142125829, title = {Il ruolo del ragionamento nella psicopatologia secondo la Hyper Emotion Theory}, author = {Francesco Mancini and Amelia Gangemi and Philippe N. Johnson-Laird}, editor = {Il Mulino}, url = {https://apc.it/wp-content/uploads/2012/10/2007%20articolo%20bersaglio_il%20ruolo%20del%20ragionamento%20nella%20psicopatologia%20secondo%20la%20HET.pdf}, doi = {10.1421/25829}, issn = {0390-5349}, year = {2007}, date = {2007-01-01}, journal = {Giornale italiano di psicologia}, number = {4/2007}, pages = {763--794}, publisher = {Società editrice il Mulino}, abstract = {Il modo in cui si ragiona svolge un ruolo cruciale nella genesi e nel mantenimento della psicopatologia. Diversi dati suggeriscono, però, che il ragionamento nei casi patologici non segua regole diverse da quelle che segue in chiunque. Alcuni risultati sperimentali dimostrano, anzi, che i pazienti ragionano in modo formalmente più corretto dei soggetti senza disturbi psicopatologici, ma solo nei loro domini sintomatici. Ciò sembra dipendere dal fatto che, con il tempo, i pazienti diventano esperti nel dominio critico e di conseguenza più abili nel costruire modelli mentali della situazione problematica. Il ragionamento nei casi patologici, come nei normali, è al servizio degli scopi dell'individuo e tende ad essere orientato in modo da ridurre il rischio di errori gravi. In accordo con la Hyper Emotion Theory (Johnson-Laird, Mancini e Gangemi, 2006), le valutazioni cognitive attivano delle emozioni e queste sono responsabili dell'orientamento assunto dai processi di pensiero. La tipologia del ragionamento dipende dal tipo di emozione e dalla sua intensità. In questo articolo esaminiamo in dettaglio due strategie di ragionamento che si riscontrano nella psicopatologia: il ragionamento cosiddetto better safe than sorry che è regolato da emozioni di ansia e paura conseguenti alla anticipazione di una minaccia, e il ragionamento ossessivo che è regolato dal timore di essere colpevoli, vale a dire di non essere alla altezza delle proprie responsabilità.}, keywords = {emozioni, psicopatotlogia, ragionamento}, pubstate = {published}, tppubtype = {article} }